Durante l’anno Santo della Misericordia non dimenticatevi di Giuda!

bacio_giuda

Tonino Daniele 08.12.15  Ogni revisione è atto rivoluzionario, profetico: si travolgono verità definitivamente accertate, passate in giudicato. Cristallizzate. Ed io mai avrei voluto occuparmi di un tradimento; anzi, del tradimento: quello di Giuda; di quel suo bacio mai dimenticato e ricordato da tutti; di quella corda

che ancora avvolge e stringe il suo collo. Volentieri avrei rifiutato la sua difesa; provare la sua innocenza diventa un sigillo indelebile: si partecipa della sua dannazione o della sua salvezza, delle sue oscurità ed ambiguità o della sua lucentezza; insieme ci si danna o ci si salva: è impossibile rimanerne completamente fuori. Una condanna che si somma ad altra condanna. Eppure, qualcuno dovrà vestire la toga per i miserabili, per i “senza-speranza”, destinatari di sentenze di condanna già scritte, imputati in processi sommari dove nessun diritto pare consentito all’imputato e alla sua difesa.

Sembra inutile, quasi superfluo, escogitare strategie processuali, trovare teorie giuridiche, soffermarsi in strazianti meditazioni filosofiche per persuadere dell’innocenza di chi ha scelto volontariamente l’esecuzione estrema della sua pena, di chi <sarebbe stato meglio per lui se non fosse mai nato>. Ma tutti, tutti, anche il più incallito dei criminali, il più feroce tra gli assassini, il più abietto tra gli uomini, ha diritto di provare la sua innocenza davanti agli uomini e di chiedere perdono dinanzi a Dio. Nessun processo è inutile: il principio nulla poena sine judicionon esprime soltanto una esigenza pratica, di giustizia, ma una necessità ontologica (cfr., Salvatore Satta, Il mistero del processo).

Nel trambusto degli avvenimenti, consapevole che tra la colpa e l’innocenza non c’è che la fallibilità umana, ed impaurito che tutta questa storia potesse coinvolgere anche me, decisi di scappare anch’io e pensai di negare – ove necessario – la conoscenza del Nazareno; vagai l’intera giornata senza una meta precisa e passai per un campo – seppi successivamente acquistato con il prezzo del tradimento e detto “del Vasaio” – e lo vidi appoggiato ad un albero di ulivo, rinsecchito e senza vita, mentre il tramonto imporporava l’orizzonte; guardava il cielo e sembrava perso nei suoi pensieri, quasi a fissare un punto, quello di non ritorno dove incontri te stesso; avvertivo – però – le sue paure e nel silenzio ero certo sentisse le grida della flagellazione; annichilito ne avvertiva anche i colpi. Stava morendo sotto i miei occhi; capii – però – che voleva rimanere solo, morire solo: eppure, avrei voluto solo esortarlo a chiedere perdono, ad incrociare i suoi occhi pieni di lacrime agli occhi del Nazareno pieni di sangue; a scegliere il legno vivo della croce e non quello inerte di un albero di ulivo. Una croce e una corda. Una croce di amore benedetto, una corda di rimorso e smarrimento (cfr., Pierre-Emmanuel Dauzat, Giuda. Dal Vangelo all’Olocausto). A scegliere la Misericordia e non la disperazione, la Vita e non la morte.

Ma quello che doveva essere la fine, fu l’inizio di una nuova storia, di un nuovo progetto, una nuova epifania, segnata – per sempre – da continui tradimenti, abbandoni, ritardi ed incertezze, ma anche da Perdono e Misericordia infinita, totale. E da questo progetto non poteva (e non può) essere escluso lui: Giuda ed il suo tradimento (non diverso dagli altri abbandoni e da tutti gli altri successivi e ancor più gravi tradimenti). Non avrebbe avuto senso escludere chi mangiò “quel” pane spezzato, chi sedette a “quella” tavola imbandita anche per lui ed i suoi piedi lavati e baciati dal Nazareno.  

Non a caso, a distanza di tempo, mi ricordai della confidenza di un suo discepolo; questi mi raccontò di un sogno in cui gli apparve il Cristo crocifisso avvolto in un manto di luce, straordinariamente luminoso, abbagliante, dinanzi al quale non riuscì ad aprir bocca ma a sentire solo poche parole: <Amico mio, tu non sai cosa ho fatto per Giuda…>, alludendo alla sua salvezza. E quel peccato, quel tradimento che non ha trovato condanna presso Dio, non può continuare ad essere condannato dagli uomini. Se il nostro Dio è un Dio diverso, capace di amare sempre, senza limiti e senza misure; se il suo Amore è un amore folle, smodato, non poteva dimenticarsi di Giuda: <Non ho perso nessuno di quelli che mi hai affidato> (Gv., 17, 9-12).

È principio generale quello della causalità: esclude – oggi – la responsabilità penale; condusse – ieri – Galilei dinanzi al Card. Bellarmino, inquisitore del Sant’Uffizio: nessuno può essere condannato per un fatto se l’evento non è conseguenza della sua azione e la condotta umana è causa se rappresenta un antecedente senza il quale l’evento non si realizza. <Per intender quali cose operi in me questo o quel corpo celeste bisognerebbe per qualche tempo rimuover quel tal corpo, e quell’effetto ch’io sentissi mancare in me, direi che dipendeva da quella stella> (in Dialogo sopra i due massimi sistemi). Perché il tradimento di Giuda quando tutti, proprio tutti, sapevano dove trovare Gesù? Cosa sarebbe successo se non ci fosse stato quel bacio, quel tradimento? Nulla. Assolutamente nulla. Atto prefissato nel Progetto Redentivo tanto da essere impossibile, per Giuda, cambiare l’ordine delle cose. Destino segnato il suo, posto predestinato.

Invito quanti, con rassegnata codardia, hanno giudicato e condannato con facilità quel bacio, di cercare la verità nel cuore di Giuda (e di ogni peccatore) anche correndo il rischio di un rogo sempre pronto a bruciare la nostra eresia e facendo memoria che <il concetto di giustizia si afferma solo sul calvario delle sue sconfitte, nel ricorrente venerdì santo del diritto, senza il quale non ci sarebbe la pasqua dell’equità> (cfr., Carlo Nordio, in Postfazione alla prima edizione, Anatole France, Crainquebille).

Non trovo vergogna: prego ogni giorno il Signore perché illumini non la mia mente ma il mio cuore per capire che nessuno è colpevole “a prescindere”, che ogni errore è emendabile, ogni peccato perdonabile.

E a te, anima bella e linda, che hai sempre fatto ciò che hanno fatto gli altri, che hai sempre disprezzato e rimproverato il tradimento di Giuda e nascosto i tuoi, che hai voluto sempre giudicare senza sapere, e stai già pensando a come motivare la mia condanna, ti assicuro che io sono in ottima compagnia tra santi, preti e poeti e tu sarai un uomo sempre più solo.

Tonino Daniele

Fraternità Ofs San Marco in Lamis

.

Lascia un commento