‘Resoconto di Viaggio’ della formazione interregionale Gifra di S. Giovanni Rotondo

scuola di formazioneGifra_2015_2Sergio Rendine 25.11.15  La meravigliosa esperienza vissuta con le altre Fraternità ha avuto inizio quando alle ore 10.00 di sabato mattina ci siamo ritrovati nella Sala congressi per le lodi.  Una frase ha fatto subito breccia nei nostri cuori: “Nell’attesa del compimento della promessa del Signore cercate di essere senza macchia e irreprensibilidavanti a Dio, in pace.” (2 Pt 3, 14)

Infatti il tema della formazione è stato proprio la misericordia. È toccato alla presidente della GiFra del Molise presentarci la Scuola di Formazione, introducendo l’argomento. Per fare ciò si è servita anche di una parte dello show sui 10 comandamenti di Roberto Benigni. Fra le frasi riportate mi hanno particolarmente colpito le seguenti:

“Affrettiamoci ad amare! L’amore combacia col significato di tutte le cose: la felicità. Noi non abbiamo paura di morire ma di non cominciare mai a vivere davvero!”

Questo bellissimo discorso sull’amore e la felicità è stato seguito dalla catechesi sul significato della misericordia tenuta dal relatore padre Alfredo.

La misericordia combacia perfettamente con il perdono di Dio, che risiede soltanto nel sacrificio di Suo Figlio. Si può affermare, infatti, che la misura dell’amore di Dio è la croce e noi rispettando le leggi dimostriamo di amarlo e siamo felici di essere in Lui seguendolo. I dieci comandamenti dunque non devono diventare la via della salvezza, ma un modo per avvicinarci a Cristo. Infatti è in Lui che siamo perdonati, dato che Dio non imputa colpe a chi risiede in Gesù. A questo proposito padre Alfredo ci ha spiegato un metodo per essere in Cristo attraverso la parabola del buon pastore con le pecorelle:

  1. ASCOLTO: Cristo ci parla e noi dobbiamo ascoltare la sua parola di salvezza per non cadere in tentazione.
  2. CONOSCENZA: è importante per instaurare una relazione, un rapporto che va oltre la semplice preghiera.
  3. SCELTA DI SEGUIRLO: è fondamentale per la redenzione farci guidare da Lui alla salvezza.

Padre Alfredo Marchello, Ministro Provinciale dei Frati Cappuccini di Puglia, ha voluto sottolineare la differenza dell’amore divino fra Antico e Nuovo Testamento: nel primo si dice che se osservi la legge Dio ti ama; nel secondo invece è scritto che se segui Cristo Dio ti ama. Numerose sono state inoltre le citazioni significative come quella di Davide, quando dice “Beato l’uomo a cui Dio non imputa peccato”.

Nel primo pomeriggio ci siamo divisi in gruppi secondo le varie commissioni:

LITURGIA: fra Giuseppe Maria Antonino Ofm Cap, ministrante del sacramento della riconciliazione negli ospedali, ha presieduto l’incontro su questo delicato tema. È partito descrivendo le differenze tra il direttore spirituale e il confessore: il primo è una persona con cui si compie un cammino, il secondo è uno da cui si va solo per il bisogno di essere mondati. Ha poi parlato della difficoltà di rapportarsi con le persone da cui si è ricevuto un torto. Per riavvicinarci a queste, conviene mettere in atto due liturgie: la prima è quella della quotidianità, la seconda quella della penitenza. Bisogna ricordarsi che quando ci confessiamo attingiamo la forza per avvicinarci agli altri: la misericordia è maggiore se superiamo lo scandalo iniziale e capiamo che siamo tutti nella stessa barca. C’è inoltre da fare una differenza tra quelle che si possono considerare tentazioni e quelli che sono invece i peccati reali. È importante confessare le tentazioni perchè si ammette che c’è una debolezza in cui si può cadere. Ci penserà poi la guida spirituale ad aiutare il confessato a non cadere in quella tentazione. Fra Giuseppe ha concluso indicando le letture a cui si può fare riferimento per un buon esame di coscienza: i Dieci Comandamenti; l’Inno alla carità di san Paolo;  la Preghiera Semplice di San Francesco.

EPM: l’incontro è partito spiegando l’acronimo EPM ovvero Evangelizzazione e Presenza nel Mondo. Questo significa che noi gifrini siamo chiamati a condividere la gioia di riconoscerci amati da Dio. I formatori ci hanno raccontato una storia di Don Tonino Bello, “la bisaccia del cercatore e il bastone del pellegrino”. Il bastone del pellegrino è la forza che ci dona Dio per andare avanti; la bisaccia è invece quella cosa che il cristiano si impegna a riempire sulla via del mondo. Nella bisaccia si possono trovare:

  • un ciottolo del lago, il lago della ferialità degli apostoli: volersi portare dietro un ciottolo vuol dire condividere;
  • un ciuffo d’erba di monte, quello delle beatitudini, per portare la novità del mondo stando attenti a non farlo appassire;
  • un pezzo di pane, per ricordarsi sempre dell’impegno dei Cristiani Autentici Sovversivi;
  • una scheggia della Croce, per liberarsi dalle sensazioni di superiorità;
  • il calcinaccio del sepolcro vuoto, per ricordarsi che dopo questa vita ci attende la resurrezione.

Al termine del racconto fra Massimo ha voluto parlarci di ciò di cui si occupa davvero l’EPM, ovvero  far conoscere la Gifra attraverso il Vangelo in tutti i contesti. Ha inoltre elencato le fonti a cui si può attingere per svolgere questo delicato compito: Mt 26,11; Evangeli Gaudio (papa Francesco); art. 6L del Nostro Volto.

È stata un’esperienza davvero interessante e costruttiva.

“In piedi, costruttori di Pace!”

Sergio Pio Rendine

Gi.Fra Cerignola

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