L’incontro di Avvento delle fraternità della Diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi

IMG-20180111-WA0009Marta Fiorentino 12.1.18  Molto partecipato è stato il ritiro d’avvento 2017 delle fraternità Ofs della Diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi tenutosi sabato 9 dicembre nella sala S. Francesco presso la Basilica Madonna dei Martiri di Molfetta. Subito dopo l’accoglienza da parte della fraternità ospitante, fr. Donato Sardella Ofm, Vicario provinciale dei Frati minori di Puglia e Molise, ha condiviso con i presenti la sua meditazione sul tema Non sono venuto per essere servito ma per servire (Marco 10,45). Il momento di riflessione si è aperto con l’emozionante ascolto di un file audio in cui don Tonino Bello, che fr. Donato ha definito “icona credibilissima di servizio”, pronuncia le sue celebri parole sulla Chiesa del “grembiule”. Poi, muovendo dalla lettura di due brani evangelici (Mc 10, 35- 45; I Giovanni lettera 4,7-21) Padre Donato ha descritto quali caratteristiche deve avere il servizio perché sia davvero tale.

Nel brano di Marco abbiamo trovato un Gesù impegnato a spiegare ai suoi discepoli che la logica del vangelo è una logica “sovvertita” rispetto a quella degli uomini. Gesù spiega ai suoi che essere cristiani significa entrare in una dimensione “altra”: nel mondo coloro che sono ritenuti i capi della nazioni “le dominano”, ma fra cristiani le cose devono andare diversamente: chi vuole essere grande deve farsi servo. Non vi è altra via. E’ la logica di Dio, la logica che fa della “mangiatoia” il “vertice, insieme alla croce, della carriera rovesciata di Dio, che non trova posto quaggiù” sempre per citare il nostro amato don Tonino.

Farsi piccoli, quindi farsi ultimi, come nostro Signore ha scelto di fare incarnandosi e come ha testimoniato nell’ultima cena cingendosi il grembiule e lavando i piedi ai suoi. Quale il segreto del servizio all’altro? Del ridimensionare se stessi per far spazio al fratello e alle sue necessità? Questo segreto ci viene svelato nell’altro brano proposto da padre Donato, la prima lettera di Giovanni: è l’amore. Ogni cosa, se fatta per amore, ha un senso. Se fatta per dovere, diventa un fardello insostenibile. Dobbiamo quindi prendere consapevolezza del fatto che il nostro servizio deve essere svolto non per qualcuno, ma per amore di Dio. Il servizio, quello autentico infatti, è sintomo di intima comunione con Dio e di compartecipazione dell’amore di Dio.

Fr. Donato ci ha ricordato poi che il francescano secolare è innanzitutto un cristiano, appartiene al Signore. Egli deve agire in tre ambiti che sono come cerchi concentrici: il primo ambito è la fraternità locale, il secondo ambito la Chiesa particolare e universale, il terzo ambito il mondo. Il francescano secolare, quindi, deve prestare il proprio servizio all’interno della fraternità, ma senza atteggiamenti di chiusura; il servizio reso all’interno di quest’ultima deve poi naturalmente propagarsi alla Chiesa tutta, sino a raggiungere il mondo: la famiglia, il lavoro, la società civile e politica.

Al termine dell’appassionante riflessione vi è stato un vivace confronto sul tema. Poi tutti i fratelli presenti si sono recati in Basilica per la recita comunitaria dei primi vespri del tempo d’avvento e la partecipazione alla celebrazione eucaristica presieduta da Padre Donato. Dopo aver salutato i fratelli, rinfrancati dall’intenso pomeriggio di riflessione e preghiera, si è fatto ritorno a casa.

Marta Fiorentino

Fraternità di Giovinazzo

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