Giovinazzo. Il presepe vivente della Famiglia francescana nella pineta del convento

Marta Fiorentino   Comunicare con le immagini, i simboli e le parole: questo il messaggio di S. Francesco d’Assisi che la Fraternità francescana di Giovinazzo nella sua interezza (Frati Minori Cappuccini, Ofs, GiFra, Araldini e simpatizzanti) ha voluto offrire al suo territorio con l’allestimento, nella pineta del convento, di un presepe vivente, durante le festività natalizie. Perché il presepe e quale il messaggio da offrire? E’ difficile rispondere a questo quesito in maniera ordinata e logica perché molte e complesse sono le dinamiche che interagiscono nel percorso di lavoro. Perché un lavoro possa essere efficace e raggiungere l’obiettivo comunicativo prefissato è necessario credere, anche se inizialmente in maniera confusa, ad un progetto che sia una occasione di bene, innanzitutto per chi vi opera e successivamente una occasione di riflessione per chi se ne beneficia.

E, difatti, è questa l’idea che ha motivato i francescani a partire per questa avventura. E’ stata scelta una metodologia di lavoro di tipo laboratoriale, capace di raccogliere le energie di tutti e di ciascuno, realizzando quella convivialità delle differenze che il progetto esplicitamente richiedeva e sollecitava. Va riconosciuto ai frati Cappuccini ed ad alcuni laici francescani caparbi ed ostinati di aver saputo motivare adeguatamente l’intera Fraternità.

Il presepe da realizzare è diventato topos ove sperimentare concretamente la fraternità, ove mettere in gioco l’impegno e la creatività di tutti. Ma quale il messaggio da trasmettere? Innanzitutto le nostre radici cristiane e francescane: riportare alla memoria di tutti che il presepe nasce da una idea di Francesco d’Assisi, dalla sua intelligenza creativa, dalla sua fede profonda capace di tradursi in immagini vive e palpitanti, fatti di persone, suoni e colori; che la sobrietà e la parsimonia del passato, espresso in maniera allegorica, testimoniassero non ciò che ci manca, ma la maniera più sensata per avere il necessario per noi e per gli altri;che gli uomini e le donne del nostro passato , pur mancando di tutto quello che oggi abbiamo in sovrappiù, sono stati capaci di consegnare alle nostre generazioni un mondo abitabile e bello, sicuramente migliore di quello che lasceremo alle generazioni future; che i simboli presentati alla visione avessero piena significanza di un Amore che continua ad incarnarsi ogni giorno , non relegato in un mondo fantastico e fiabesco; che un po’ dello stupore degli occhi dei bambini si potesse trasmettere agli adulti ormai incapaci di rallegrarsi nel senso evangelico del termine.

Abbiamo raggiunto tale obiettivo? Francamente non lo so! Posso solo augurarmi che se solo uno degli ospiti che ci hanno visitato, portando nel cuore le immagini presentate, sia riuscito a guardare con occhi diversi il suo bambino, la sua sposa o il suo sposo e a meditare, anche solo per un attimo, sul mistero di Gesù e sull’innamoramento di Francesco per Lui, allora possiamo affermare: sì, il presepe vivente ha avuto successo!

Marta Fiorentino   Ministra Fraternità di Giovinazzo

31/01/2010

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