Auspicio di pace

Lucia Magaldi 02.03.2022  Questo non è un film visto alla TV. Il cielo azzurro sopra l’Ucraina è davvero spaccato dai raid aerei russi e il grano sotto la neve è scosso dall’artiglieria pesante. Questa è la guerra. Quando finirà? Presto o tardi sono solo avverbi che aiutano la speranza ad attendere un limite temporale. I soldati con lo smartphone restano sul campo mentre mezzo milione di profughi fugge altrove, lontano dall’orrore.  Indipendente dal 1991, l’Ucraina rientra nella sfera d’interesse della Russia che attenziona Crimea e Donbass; nel nuovo millennio, la volontà di adesione dell’Ucraina alla Nato, sposta il controllo dalla Russia agli USA e ciò costituisce un deterrente all’egemonia di Putin che pianifica l’attacco militare. Perciò l’U.E. è indotta a finanziare la Nuova Resistenza negli stessi luoghi in cui i nostri padri, nel 1945, furono liberati dall’esercito sovietico. Le durissime sanzioni alla Russia hanno fatto crollare il rublo, scarseggiare i viveri e bloccare i depositi bancari svizzeri. La campagna d’ostilità verso la Russia è feroce: l’urlo di Mosca “Non odiateci” potrà mai giustificare la follia del piccolo zar di un grande territorio? L’appello di papa Francesco all’ambasciatore russo, presentatosi alla sua porta come un pellegrino, è il gesto di sublime compassione; la telefonata del presidente Draghi a Zelensky è il segno di profonda umanità; la mia composizione è solo l’auspicio di pace. Di guerre ne abbiamo studiato tante: combattute per fede, conquista, liberazione e identificate punica, indipendenza, mondiale, fredda ma testate nucleari no. La guerra paralizza, traumatizza, annienta: come facciamo a spiegare ai bambini il perché di tanta violenza? Non c’è vaccino efficace contro la guerra e non bastano tre dosi anticovid a renderci immuni dall’odio. Solo la pace è efficace: supera l’affanno, l’abuso, il sopruso e costa nulla. Più che a Dio chiediamola agli uomini: essa rende liberi e forti, come recitano le poesie imparate all’asilo e i trattati studiati all’università. Di pace ne è piena la letteratura, la pittura, la scultura e la musica. Racconti di Tolstoj, Sepulveda, Cazzullo in prosa; liriche di Ungaretti, Gandhi, Quasimodo in poesia; opere di Picasso, Matisse, Holton in pittura; monumento di Cassino, totem di Torino e marmo al MANN di Napoli in scultura; simboli del disarmo di De Andrè, Guccini e Giovanotti in musica. Pax et bonum è il saluto di san Francesco ai fratelli d’ogni tempo perché la pace è il dono che il Signore fa a noi e noi facciamo agli altri. Nel mio piccolo, in questo scritto, esprimo il dissenso ad ogni situazione belligerante affinché non alberghi nell’animo umano alcun sentimento negativo, avversione o sopraffazione. Torneremo a stringerci la mano quando Balcani e Carpazi non saranno più barriere, il mar Nero sarà limpido, il sole sopra l’Europa sarà sgombro da nubi, i colori della bandiera russa non saranno rosso-sangue, blu-livore e bianco- pallore di morte.

Lucia Magaldi

Ministra della Fraternità di Celenza Valfortore

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