Il silenzio delle nostre strade: parole nuove per ravvivare la fede e colmare il vuoto

Lucia Magaldi 29.3.2020  Se ascoltassimo il silenzio delle nostre strade coglieremmo parole nuove per ravvivare la fede e colmare il vuoto interiore: un alito di vento sussurra l’onomatopea del TAU e un raggio di sole annuncia abbracci di pace. Gli italiani, come i francescani, oggi si sentono fratelli e condividono il lamento avvitatoattorno alla propria solitudine in una sonora preghiera. Il silenzio non è chiusura o rifiuto ma attesa che predispone a nuovi incontri; con la regola del silenzio riconosciamo l’incompiutezza di parole usate in passato e l’esigenza di non farci rubare le nuove dalla paura del momento. Le parole, figlie del frastuono, appaiono vuote e ambigue, poco profonde e preziose: trovano forza distruttiva sulla tastiera dello smartphone, corrono sui social, si impigliano nella rete. Le parole, partorite dal silenzio, sono messaggi di bene che si librano da un balcone all’altro, lievitano alle finestre e volano oltre le nuvole come lasciti valoriali. Sono simboli moderni: prima di salire sulle labbra abitano in grembo per rinascere seme di bontà. Presto attraverseranno i riti della Settimana santa, dell’Ascensione e della Pentecoste e, forse, al Corpus Domini cederanno il posto all’azione. In questo scenario desueto, la fede è l’artista che opera in noi cambiamenti radicali ed estende il tempo del discernimento a quando il rumore tornerà a riempire altre giornate. Senza far rumore, appartenenza, reciprocità e identità tessono la trama della nostra vita e incrementano lo spazio esistenziale con nuove esperienze. Nel silenzio del monte Subasio e della valle del fiume Velino, tra ipogei e arcosoli san Francesco si arricchisce di santità: a Poggio Bustone l’Angelo gli rimette i peccati giovanili, a San Fabiano compone il Cantico delle creature, a Fonte Colombo il Signore gli approva la Regola, a La Verna riceve le stimmate… Aspri e primitivi sono i luoghi del romitaggio dove l’entropia non arriva e la solitudine avvicina al cielo.

 Nel silenzio il Signore si fa incontrare e rimane in noi.

Lucia Magaldi

Ministra della Fraternità di Celenza Valfortore

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