Il II° incontro di formazione a Sava delle Fraternità della Zona 6 e alcune della Zona 5

Pietro dell’Aglio 11.2.2020 In un’atmosfera di perfetta letizia, dal profumo accogliente e dal calore fraterno, si è svolto il secondo incontro di formazione dell’Ordine Francescano Secolare della Zona Sei con alcune delegazioni della Zona Cinque. Alle ore 16,00 del 06 febbraio 2020, dopo l’accoglienza ricca di calorosi abbracci, ci si è raccolti in preghiera per invocare l’ausilio dello Spirito Santo.

Il saluto di benvenuto, a tutti i fratelli e sorelle, ad opera della ministra della fraternità locale di Sava (Ta) Giovanna Mele, ha aperto il meeting fraterno.

 L’affettuoso saluto della consigliera regionale, responsabile delle fraternità della zona sei, Carmela Rizziello, che auspicava il buon esito dell’incontro, con il calore tipico della discepola francescana, ha aperto i lavori formativi.

Con spirito festoso, ma rapito da un accogliente clima familiare, nel salone S. Egidio presso la Chiesa di S. Francesco d’Assisi a Sava (Ta) si è dato inizio al secondo incontro di formazione OFS della Zona Sei.

“L’Amore per il fratello” è questo il tema, trattato con dovizia di particolari, dal relatore fr. Josè Antonio Christancho, ofm conv e assistente spirituale per le fraternità OFS della Zona 6.

Con enfasi, segno di una fede profonda in Cristo, fr. Josè sottolinea il grande senso del primo grande comandamento che si intreccia e fonde con il secondo. L’Amore verso il Padre si compie attraverso l’Amore verso il fratello. Nessuno può dirsi innamorato del Padre se è in avversione verso i propri fratelli. Un legame, quello fraterno, che non è un rapporto tra consanguinei, ma è una relazione tra figli di Dio. Un fratello non si sceglie ma si accoglie, soggiunge il relatore.

Gesù afferma che ciò che ci rende suoi parenti non è la discendenza, la consanguineità ma “fare la volontà del Padre che è nei cieli”. Padre Josè sostiene la verticalità della fraternità, vale a dire figli dello stesso Padre celeste. Francesco d’Assisi spogliandosi di ogni sua appartenenza di sangue non riconosce più Pietro di Bernardone come suo padre, ma fratello in Cristo e figlio dello stesso Padre che è nei cieli.

Vivere sotto lo stesso tetto, abitare la stessa casa o frequentare la stessa chiesa, comunità o ambiente non ci rende fratelli. Riconoscersi, accogliendosi, facendosi carico della diversità di ognuno, che non deve rappresentare un ostacolo, ma deve essere ricchezza per tutti, facendosi responsabili l’uno dell’altro; questo rende fratelli. Scaturisce da qui un’importante peculiarità della fraternità: la corresponsabilità.

Ognuno deve essere impegnato secondo le proprie possibilità e capacità verso i fratelli; non si può ignorare il servizio verso la fraternità, delegando tutto a pochi designati. Rispettando le poche, ma essenziali regole, si genera armonia, e da qui ne consegue il piacere di ritrovarsi  in una fraternità dove è entusiasmante sentirsi parte di essa; una caratteristica, questa, che è tipica di una famiglia coesa e ispirata dove prevale il “senso di appartenenza”. Attraverso il senso di appartenenza si genera una nuova identità, si genera, cioè, una nuova vita in Cristo.

Per vivere completamente la fraternità, aggiunge fr. Josè, bisogna evitare la superbia e l’invidia; la prima porta a credere, che la responsabilità degli errori è sempre degli altri, illudendoci in una deplorevole superiorità, la seconda ci precipita in un baratro che uccide l’anima.

Francesco d’Assisi, per questo, chiede di ascoltare il proprio cuore favorendo il dominio di se, sostenendo che la superbia e l’invidia sono malattie. Per questo Francesco affermava che un fratello che manifestasse tali debolezze bisogna accoglierlo con l’Amore che Gesù insegna, perché questo fratello è ammalato, evitando di giudicarlo e avversarlo.

Fr. Josè Antonio Christancho conclude il suo ricco intervento, dichiarandosi legato all’affermazione di San Francesco che sosteneva di gradire gli insulti e le ingiurie, non come autolesionismo, ma perché viatico di salvezza; vale a dire: le cattiverie subite con spirito fraterno fanno guadagnare il paradiso.

A conclusione dell’incontro formativo, ci si è trasferiti in Chiesa per la Santa Messa officiata da fr. Josè Antonio Christancho e concelebrata da don Mimmo Sternativo sacerdote diocesano, che ha impreziosito l’incontro di preghiera con una ricca e coinvolgente omelia sull’importanza del Vangelo, da accogliere, non come supporto di una sterile cultura, o tediosa recita di frasi altisonanti; ma come strumento di crescita viva, modello di vita vissuta, sostegno da vivere e non da recitare.

Con l’adorazione Eucaristica e una breve processione in Chiesa col Santissimo Sacramento si è concluso questo momento di crescita fraterna, non prima di un momento di calorosa convivialità.

Pietro dell’Aglio

Fraternità di Sava (Ta)

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