‘Fraternità è un Avvento perenne’. Gli auguri natalizi del Consiglio nazionale Ofs d’Italia

nataleRemo Di Pinto 10.12.2014   Carissimi, con la prima assemblea nazionale dello scorso mese di novembre, abbiamo messo in luce i punti essenziali del percorso che affronteremo in questo triennio, come tappa di un unico viaggio, che ci chiama ad essere Chiesa nel mondo, testimoni del Vangelo alla maniera di Francesco. Insieme a tutti i responsabili nazionali e regionali, ci siamo confrontati sul senso profondo della nostra identità, per riscoprirci insieme, in un “noi” rinnovato, proiettati verso una finalità comune, da ricercare in un oggi che attende modalità sempre nuove e il coraggio apostolico che Gesù chiede ai suoi discepoli.

“Quanti pani avete?”(cfr Mc 6, 38)…è la sollecitazione che ci inviterà, da qui ai prossimi anni, a dare risposte concrete alle attese del mondo, attraverso un percorso di condivisione e collaborazione sempre maggiore, nella logica del mandato affidato ai responsabili a essere “guide e animatori”, nella speranza
che potremo trovare “dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci”.(cfr Mc 6, 43)

A sostenere i nostri propositi arriva il tempo liturgico che stiamo vivendo, e con esso le suggestioni e le opportunità che interpellano ciascuno.

Auguriamoci innanzitutto però, oltre l’immagine di buoni cattolici impegnati (per di più francescani), di essere davvero convinti di aver bisogno di un tempo così per noi, e di avere nel cuore il desiderio e la passione per affrontare questo“cammino”.

L’Avvento è oggi, questo istante, nel quale mi è offerta l’opportunità di smettere di essere un vagabondo per dare un senso al mio incedere…avere un presente nuovo illuminato dal futuro. Senza questo futuro, senza una direzione e un orientamento, la sequela di Cristo nel nostro quotidiano diventa sterile, immagine esteriore, ideologia che non incide, non cambia, non dona speranza… solo buoni propositi, solo parole, non la Parola.

Ciò che definiamo “attesa” non è tiepida sosta, ma un tendere appassionato verso la “profondità”, oggi e qui, nella mia casa, nella mia strada. Tempo e spazio, come teatro di relazioni che realizzano il cammino nella prospettiva del Natale.

Fraternità allora è un Avvento perenne, cammino di un grembo fecondo che, come direbbe Origene, passa nel mondo portando la Parola. Dono di speranza che si realizza nell’incontro atteso dal cuore di Dio e dell’uomo. Immagine magnifica, di una relazione profonda e concreta, che prende le viscere e fa
generare…speranza. Mai senza l’altro!Né l’uomo senza Dio, né Dio senza l’uomo.

Questo è il“progetto buono”, questo è il mandato che ci è affidato: fraternità che conduce a questa speranza, vivere ogni relazione tra le braccia e in direzione di questa storia d’amore tra Dio e l’uomo. Questo è futuro, Natale.

Come il seme ha bisogno del terreno buono per poter generare una pianta, così il Natale ha bisogno di affidarsi a un grembo capace di custodire la Parola e renderla viva nel mondo.

Maria è il modello essenziale. Il Verbo affidato al suo grembo attendeva un cammino e un incontro per giungere altrove e generare. Così si è completata e si completa ancora l’Annunciazione: non solo Parola, ma Parola e grembo, come seme e terreno buono,insieme per divenire “oltre”. È straordinaria l’immagine
di Dio che raggiunge e si fa prossimo ad Elisabetta con Maria e in Maria, senza che vi fosse un mandato preciso, lasciando alla Vergine la libertà di “ascoltare” la missione e di divenire segno tangibile nell’oggi dell’Amore fatto carne.

Anticipo del Natale: prima di Betlemme, è da Elisabetta che si avverte la presenza vivente del Dio tra noi, e immediatamente un sussulto di vita nuova, speranza, strade nuove all’orizzonte.

Contagio d’Amore: l’Annuncio a Maria contiene un annuncio per Elisabetta che si realizza attraverso una relazione fraterna…Natale è il compimento dell’Avvento.

Essere fecondi! Maria avrebbe potuto scegliere di chiudere le imposte della sua dimora e di isolarsi a custodia di un privilegio acquisito…invece esce subito di casa lasciando la porta aperta e inizia un viaggio, un pellegrinaggio fecondo che dura una vita. La propria casa rimane luogo dell’incontro personale, dell’esperienza intima, ma non è la missione…

Quando confondiamo casa e missione rimaniamo vagabondi mascherati da buoni cattolici, capaci di belle iniziative ma incapaci di essere “segno” nel nostro tempo, di portare speranza, di aprire al “Futuro”.

Non c’è chiamata senza annuncio, né annuncio che non derivi da una chiamata. Non esiste bene comune senza un “progetto buono”, senza un grembo che accoglie la Parola…e perdiamo aderenza dall’oggi, i nostri occhi non trovano la “missione”, i nostri cuori non raggiungono l’altro. La vocazione senza l’annuncio rimane come seme gettato su un terreno sassoso, come Parola affidata a un grembo sterile.

Attenzione, coinvolgiti! L’attenzione cui ci richiama l’Avvento non è solo vigilanza personale, capacità di accogliere il seme nel grembo, ma attraverso questo, diviene un invito a guardare oltre, a osservare ciò che accade intorno a noi, ad appassionarci ai disagi, alle ingiustizie, alle povertà, alle discriminazioni ed
emarginazioni sociali e…a coinvolgerci!Questo è il tempo, questo è il luogo; non perdiamoci nella dottrina o nell’ideologia…facciamo attenzione! Chiamata e annuncio: diamo compimento alla vocazione!

Prova a raggiungere l’altro senza essere…pellegrino; prova a fare l’elemosina senza essere…condivisione; prova a parlare d’amore senza essere…Amore;
prova a dire parole senza essere…Parola; prova a generare senza essere…gravido, a dire auguri senza essere…Natale.

Oltre le celebrazioni in cui rinnoviamo la Professione, che affidiamo tradizionalmente a date significative per la nostra famiglia spirituale, questo dell’Avvento è il tempo buono per convertirci alla nostra vocazione francescana, per riscoprire il legame indissolubile tra chiamata e annuncio, e tornare ad essere “segno”, pellegrini tra la gente, come grembo fecondo che cammina nel mondo portando la Parola…è Avvento, e sarà Natale!

Il prossimo anno, che peraltro ci condurrà al Convegno Ecclesiale di Firenze nel quale cercheremo partecipare fattivamente, vedrà il Consiglio nazionale e i Consigli regionali impegnati a collaborare in maniera sempre più stretta, come cemento necessario per l’edificazione dell’unica costruzione.

Rimarranno comunque alcuni appuntamenti comuni, che ci permetteranno di accogliere i doni e arricchire il nostro “paniere”:

22/24 Maggio 2015   Ritiro dei Ministri regionali e Ministro nazionale
19/21 Giugno 2015  Incontro formativo nazionale
25/27 Settembre 2015  Festival Francescano

Per il 2015 era previsto il secondo Capitolo delle Stuoie; tuttavia, visto lo sviluppo e la finalità del Festival Francescano, che come sapete dal 2014 è divenuto l’appuntamento di inizio dell’anno fraterno dell’OFS e della Gi.Fra. d’Italia, abbiamo pensato di individuare nel Festival il nostro “luogo” di incontro, che naturalmente è aperto a tutti. In questo modo, piuttosto che ogni due, potremo incontrarci ogni anno e trascorrere insieme tre giorni tra la gente, per la strada, come pellegrini… ma avrete ancora notizie.

Buon cammino e buon anno!

Remo Di Pinto
Ministro nazionale

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