Annuncio francescano

………………………………………………………………………………………. Nel primo periodo di ogni anno fraterno le Fraternità sono invitate a farsi promotrici del c.d. ‘Annuncio francescano’. La promozione vocazionale, infatti, “è un dovere di tutti i fratelli ed è segno della vitalità delle Fraternità stesse. I fratelli, convinti della validità della forma francescana di vita, pregano Dio che conceda la grazia della vocazione francescana a nuovi membri. Sebbene niente possa sostituire la testimonianza di ciascuno e delle Fraternità, i Consigli debbono adottare mezzi opportuni per promuovere la vocazione secolare francescana” (Cost. 45).

Alla luce dell’invito, rivolto all’intera Fraternità, a sentirsi investita del mandato di restituire ad altri i beni spirituali che vive, riscoprendo la propria vocazione profetica, è necessario verificarsi, esaminare la propria capacità di testimoniare, progettando e realizzando un tempo di annuncio, occasione per presentare il proprio modello di vita a nuovi fratelli, attraverso una serie di proposte che vanno ad integrare e completare la Giornata dell’Ofs, che in passato costituiva l’unica opportunità di annuncio francescano laicale.

L’Annuncio si svolga in tre momenti conseguenziali: sensibilizzazione, catechesi, iniziazione.

.

La fase della sensibilizzazione

è destinata a creare diverse opportunità di conoscenza di questa nuova proposta di catechesi sulla vocazione cristiana di Francesco e sulla nostra esperienza di francescani secolari. Si possono proporre testimonianze durante le celebrazioni nel proprio Convento o Parrocchia o in altre parrocchie del territorio; distribuire volantini-inviti alle catechesi presentando le tematiche, i relatori ed i tempi e luoghi degli incontri; allestire un punto pubblico fuori dalla Chiesa in una piazza (banchetto, tenda) ove prevedere una possibilità di incontro diretto con le persone interessate. Si consiglia un invito personale e familiare ai conoscenti ed ai genitori di gifrini e araldini.

.

La fase della catechesi

va realizzata nel periodo successivo alla sensibilizzazione. Essa potrebbe consistere in una serie di incontri in cui ripercorrere l’esperienza di conversione e santità di Francesco. Le catechesi devono avere un duplice obiettivo: da un lato presentare l’evoluzione della vocazione di Francesco, che da uomo pienamente di mondo, ma sostanzialmente insoddisfatto, conosce il vero Amore e per esso decide di spendere la sua vita risultandone immensamente gratificato dal Signore; dall’altro far scoprire ai singoli partecipanti come il Signore ha per ciascuno di loro un progetto di amore che, se compreso, dona la gioia di sentirsi amati e di amare. Dunque non una semplice presentazione di episodi francescani ma una lettura della vita di Francesco in filigrana con la nostra vita e le situazioni del nostro tempo, per rileggerle con gli occhi della fede.

La traccia per l’itinerario di catechesi individuata per questo anno è Francesco uomo dell’incontro. La vocazione iniziale di Francesco ci presenta in maniera molto chiara gli elementi essenziali che contraddistinguono ogni seria storia di sequela del Signore, attraverso cinque incontri significativi, che si possono ripercorrere ed approfondire nella catechesi: 1) con se stesso; 2) con i poveri e i lebbrosi; 3) con il Crocifisso; 4) con il Vangelo; 5) con i fratelli. Essi vanno riletti in parallelo con alcuni articoli della Regola Ofs, ricercandovi le chiavi che hanno apportato nuovi elementi alla  visione della vita di Francesco e che, di rimando, possono divenire occasione di reale cambiamento di mentalità e risposta qualificata al relativismo dilagante, alle inquietudini esistenziali e alle domande di senso che caratterizzano l’uomo del III millennio.

Primo incontro: se stesso. Il processo di incontro di Francesco con se stesso è stato lento e a volte doloroso, perché ha implicato la rottura col suo passato, cioè il cambiamento del suo progetto personale per lasciare spazio al progetto di Dio. “Quali fratelli e sorelle della penitenza, in virtù della loro vocazione, sospinti dalla dinamica del Vangelo, conformino il loro modo di pensare e di agire a quello di Cristo mediante un radicale mutamento interiore che lo stesso Vangelo designa con il nome di conversione, la quale, per la umana fragilità, deve essere attuata ogni giorno” (Reg. 7).

Secondo incontro: i poveri e i lebbrosi. Nell’incontro di Francesco con i poveri c’è stato un processo che ha implicato il superamento dei pregiudizi che lo spingevano a rifiutare i poveri istintivamente, che è poi culminato nell’identificazione con loro. Questo processo lo ha portato a cambiare radicalmente il suo orizzonte sociale, scegliendo i poveri. Uno dei valori che appaiono evidenti durante l’incontro di Francesco con i poveri è la sua generosità, mostrando una capacità di uscire da se stesso. In particolare l’incontro con i lebbrosi non solo conferma la dimensione sociale della sua vocazione, ma dispone il suo spirito ad una migliore comprensione del Cristo crocifisso. “Il senso di fraternità li renderà lieti di mettersi alla pari di tutti gli uomini, specialmente dei più piccoli, per i quali si sforzeranno di creare condizioni di vita degne di creature redente da Cristo” (Reg. 13).

Terzo incontro: il Crocifisso. L’incontro con Cristo crocifisso segna teologicamente e in modo determinante la vocazione di Francesco, ma, a sua volta, è una prova che la preghiera ha avuto un posto preminente nel suo cammino vocazionale e che è un segno evidente della capacità di obbedire alla voce di Dio. “Unendosi all’obbedienza redentrice di Gesù, che depose la sua volontà in quella del Padre, adempiano fedelmente agli impegni propri della condizione di ciascuno nelle diverse circostanze della vita , e seguano Cristo, povero e crocifisso, testimoniandolo anche fra le difficoltà e le persecuzioni” (Reg. 10).

Quarto incontro: il Vangelo. Il momento culminante della vocazione di Francesco è il suo incontro col Vangelo, che ha illuminato in modo definitivo la sua strada ed è diventato suo riferimento principale. La conseguenza immediata dell’incontro col Vangelo è stata per Francesco la liberazione da tutto ciò che gli impediva di trasmettere il messaggio evangelico agli altri; anche questo deve essere un punto di riferimento concreto, il punto specifico di tutto il cammino vocazionale. “La regola e la vita dei francescani secolari è questa: osservare il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo secondo l’esempio di S. Francesco d’Assisi, il quale del Cristo fece l’ispiratore e il centro della sua vita con Dio e con gli uomini. Cristo, dono dell’Amore del Padre, è la via a Lui, è la verità nella quale lo Spirito Santo ci introduce, è la vita che Egli è venuto a dare in sovrabbondanza” (Reg. 4). “I francescani secolari si impegnino, inoltre, ad una assidua lettura del Vangelo, passando dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo” (Reg. 5).

Quinto incontro: i fratelli. L’incontro con i fratelli segna il punto finale dell’itinerario vocazionale di Francesco e, allo stesso tempo, un punto essenziale che rende riconoscibile il suo carisma nella Chiesa. Il santo riceve i nuovi fratelli come dono di Dio, motivo per cui sperimenta una grande gioia, secondo la testimonianza unanime delle Fonti. Questa attitudine comporta l’accettazione senza discriminazioni di tutti i fratelli nella loro grande diversità. “Come il Padre vede in ogni uomo i lineamenti del suo Figlio, Primogenito di una moltitudine di fratelli , i francescani secolari accolgano tutti gli uomini con animo umile e cortese, come dono del Signore e immagine di Cristo” (Reg. 13).

Sesto incontro: tu. Il giovane Francesco si interroga e si pone in ricerca di che cosa può dare pienezza di significato alla sua vita. Nel distacco dalla famiglia, dai beni, dal mondo scopre la paternità di Dio e la accoglie decisamente nella sua vita. Incontra Cristo crocifisso nell’icona di San Damiano e, vivo, nel lebbroso ne trae ispirazione e forza per andare, quale nuovo “buon samaritano del Vangelo” (cfr. FF 1045), verso tutti i “crocifissi” del mondo. Nella scoperta di Dio come Padre e nell’incontro con il Cristo nello Spirito educa e rinnova i suoi sentimenti, i suoi atteggiamenti ed i suoi comportamenti, Francesco scopre nel Vangelo la Parola che lo guida nel cammino di conformità a Cristo povero e crocifisso. Il Vangelo, letto nelle chiese, ed il Cristo vivo che incontra in ogni povero o lebbroso cui si mette a servizio, sono i “libri” che egli sviscera per comprendere e vivere la chiamata a “restaurare la Chiesa”. L’inquietudine esistenziale di Francesco è la tua inquietudine. La sua ricerca è la tua, di ogni uomo. La vocazione di Francesco è la risposta di Dio alla ricerca personale di senso. Il suo trasguardo è la piena conformazione a Cristo, avvenuta attraverso queste dinamiche:

  • povertà come acquisizione di libertà per seguire con più agilità le orme di Cristo;
  • penitenza come strumento di ascesi verso la centralità del rapporto filiale con Dio;
  • preghiera-contemplazione come dialogo filiale e continuo;
  • fedeltà alla Chiesa;
  • servizio ai lebbrosi come espressione dell’amore verso Dio.

.

La fase della iniziazione

prevede poi un semplice rito, alla presenza di tutta la Fraternità, nel quale i fratelli che hanno risposto all’annuncio esprimeranno il proprio consenso ad intraprendere un cammino di aspirantato-iniziazione, che dovrebbe cominciare dalla settimana seguente. Ogni consiglio di Fraternità valuta la reale possibilità di svolgimento di questo tempo di  proposta vocazionale francescana e adegua lo schema proposto alle reali possibilità.

La Commissione Regionale per la Formazione si impegna, attraverso i suoi componenti o altri fratelli dalla stessa individuati, a condurre tale itinerario a mò di esperienza pilota in tre Fraternità scelte, una per ogni area geografica in cui è suddiviso il territorio regionale.

.

Per contattare il Maestro di Formazione  clicca qui