La cronaca della prima Assemblea precapitolare dello scorso 28 gennaio al De Lilla in Bari

DSC_0915Raffaele Bruno 21.2.18  Domenica 28 Gennaio 2018, presso il Centro di spiritualità e socialità S. Francesco in Bari, i rappresentanti delle Fraternità locali si sono riuniti nella I Assemblea Regionale Precapitolare in preparazione al IV Capitolo elettivo, assieme ai membri del Consiglio regionale uscente e alla presenza dei Consiglieri nazionali Donato Mastrangelo e dell’Assistente nazionale fr. Lorenzo Scafuri Ofm.

Concluse le operazioni di segreteria si prende posto in aula, ove i lavori iniziano alle 9:15 con la Celebrazione Eucaristica presieduta da fra Alessandro Mastromatteo Ofm, Ministro provinciale dei Frati minori di Puglia e Molise, e concelebrata dagli Assistenti regionali della CAS di Puglia. Risultano rappresentante 72 Fraternità su un totale di 135. Fra Alessandro Mastromatteo fa dono a Mons. Luigi Mansi di una copia del testo della Storia della spiritualità francescana dei primi secoli, poiché Mons. Luigi Mansi è un appassionato di San Francesco. Fra Vincenzo Giannelli Ofm conv, Ministro provinciale dei Frati minori conventuali della Provincia di Puglia, saluta S. E. Mons. Luigi Mansi e afferma che questo che ci apprestiamo a vivere oggi è il primo momento di preparazione al capitolo elettivo di giugno ed è anche un momento bello per stare insieme, per riflettere e S. e. Mons. Mansi vi aiuterà nella riflessione per comprendere il nostro essere francescani. La Ministra regionale Mariella Minervini ringrazia di cuore fra Vincenzo Giannelli per l’accoglienza e la disponibilità e perché sarà lui a celebrare l’eucarestia il prossimo 8 aprile, in occasione del prossimo incontro della precapitolare. Mariella dà il benvenuto a tutti i fratelli e sorelle delle fraternità di Puglia che sono venute a Bari per vivere questo primo importante appuntamento del cammino che si concluderà il 16-17 giugno prossimi con la celebrazione del Capitolo elettivo regionale. Inoltre, Mariella ringrazia i fratelli del Consiglio nazionale, Donato Mastrangelo che già ha partecipato alla scorsa visita fraterna e pastorale e fra Lorenzo Scafuri Ofm che ha concelebrato l’eucarestia insieme ai frati assistenti membri della CAS Puglia; li ringrazia in particolar modo, perché, come fratelli maggiori essi vengono in mezzo a noi per vivere la vera fraternità, ci accompagnano da fratelli lungo questo cammino, che è il percorso che oggi noi compiamo verso il Capitolo elettivo. Il tema che è stato scelto, “Con passo leggero e con il cuore ricolmo di gioia”, devono essere proprio una caratteristica di questo cammino; occorre farsi annunciatori della Parola, sostenuti dalla preghiera, perché solo se metteremo Cristo al centro della nostra vita potremo essere annunciatori e testimoni del Vangelo, non solo a parole ma anche con i fatti, con quella carità che dovremmo avere nella nostra ferialità, nella nostra quotidianità con i fratelli che ci stanno accanto, con i più vicini come la famiglia, la nostra fraternità, per essere poi realmente testimoni all’esterno, nel sociale. Mariella accoglie e dà il benvenuto a S.E. Mons. Luigi Mansi, vescovo della Diocesi di Andria, francescano secolare. Ringrazia fortemente Mons. Luigi Mansi per aver accolto l’invito, perché è un innamorato di san Francesco e della famiglia francescana. Fra Antonio Cofano Ofm, Presidente di turno della CAS di Puglia, prende la parola per salutare a nome di tutta la CAS di Puglia S.E. Mons. Mansi, per salutare tutte le fraternità presenti oggi e per ribadire il loro servizio per tutta la fraternità regionale e chiede ai convenuti di farsi carico anche di chiedere qualcosa in più ai frati assistenti, per farli innamorare sempre di più della famiglia francescana; chiede anche di non giudicare gli assistenti di fraternità, ma di amarli ed aiutare loro a farli innamorare sempre di più della nostra famiglia francescana.

S.E. Mons. Mansi ringrazia Mariella per l’invito e tutti i convenuti per l’accoglienza e ci relaziona sul tema “Nella Chiesa al servizio dei fratelli” [Alleg Relazione Mons. Mansi 29 Gennaio 2018].

Interventi dei presenti. Annamaria della fraternità di Trinitapoli, afferma che per quanto le riguarda, lei ha iniziato il cammino da francescana per un discorso di conversione del cuore. Ora abbiamo ascoltato che i discepoli inizialmente avevano questa visione umana, di fragilità e poi mi chiedo spesso se è opera del Signore che converte i cuori, tanto che poi ha portato i discepoli al sacrificio, alla morte? Nel loro percorso, vedendo Pietro e la sua fragilità, il rinnego di Gesù, quando è avvenuto il momento della loro conversione e quanto c’è della grazia di Dio in questo e quanto c’è della nostra volontà?

Mons. Luigi Mansi: non è facile definire in percentuale quanto appartiene alla grazia e quanto alla loro risposta alla grazia. Certamente c’è stata tanta grazia, ma c’è stata collaborazione alla grazia; ma l’ora X quale è stata? L’ora X è stata la Risurrezione. Fino a che non hanno visto il Risorto nel Cenacolo, quando è entrato a porte chiuse, quelle porte chiuse del cenacolo sono simboliche, non sono reali, cioè sono le porte chiuse del cuore, della ragione, e Gesù le sfonda, viene lo stesso. L’ora X è quella, l’ora in cui essi pensavano di aver tradito il Maestro, di non essere più degni di fiducia, di aver sbagliato tutto e stavano lì rintanati; poi arriva il Signore e non gli fa una sgridata, perché lo hanno tradito, perché lo hanno abbandonato ma gli dice: Pace a voi! Quella è secondo me l’ora X, in cui gli apostoli capirono chi era il Maestro con cui avevano a che fare; erano andati alla tomba la mattina e l’avevano vista vuota, ma è risorto, non è risorto, qualcuno ha rubato il corpo e non dice niente. Quando Lui è venuto ed erano dubbiosi, avevano mille perplessità: cosa ha fatto Gesù? Mostrò loro le mani ed i piedi, cioè i segni dei chiodi…sono io, non fantasticate. Quindi è quello il momento. Noi, rispetto ai discepoli dei vangeli, ai Dodici e a tutti gli altri che hanno conosciuto Gesù di persona, siamo più fortunati, talvolta diciamo ma quanto lo volevo vedere, ma per loro è stato più difficile perché hanno visto uno come loro, che poi ad un certo punto ha cominciato a dire che sono il Figlio di Dio, qualcuno lo ha preso sul serio o ci hanno provato a crederci, qualcun altro diceva “Questo è matto!”. Ma il momento solenne è quello in cui Gesù non era più nel sepolcro e appare, si fa vedere, toccare, parla con loro; ed è il risorto che dà agli apostoli la missione: andate in tutto il mondo. Poi fa dire agli angeli: dite ai miei discepoli che mi aspettino in Galilea, là mi vedranno. Perché questo rinvio in Galilea? La Galilea non è tanto una regione geografica, la Galilea è la periferia, l’Israele del tempo. Quando Papa Francesco dice da dove comincia la missione? Dalla periferia, dai lontani? Tutto ha un senso, quindi noi, rispetto agli apostoli, siamo più fortunati, perché, scusate l’espressione un po’ rozza, abbiamo già il piatto pronto. Quelli se lo sono dovuti capire con grande, immensa fatica. Proviamo a pensare, solo a pensare, la notte dell’arresto di Gesù, quelle ore terribili in cui vedevano il loro Maestro straziato e loro che non potevano fare niente, anzi avevano pure paura ad esporsi ed erano scappati tutti. Quindi, tornando a noi, ringraziamo il Signore dei tempi che viviamo, perché abbiamo ricevuto già la pienezza della rivelazione e sappiamo che non siamo soli, che il Signore ci accompagna. Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi. Io sono con voi. Sapere che Gesù è con noi, ci deve dare quella pace interiore che ci deve far impegnare seriamente a seguire il nostro Maestro. E c’è il momento in cui va tutto bene e c’è il momento in cui va tutto storto, c’è il momento in cui siamo felici perché abbiamo fatto un bel progresso e c’è il momento in cui ci scoraggiamo perché c’è stata una caduta: è la nostra vita! L’importante è che sappiamo che Lui è con noi e quindi vanno bene le cose? Ringraziamo il Signore e andiamo avanti. Vanno male, siamo caduti? Non ci scoraggiamo: di nuovo su in piedi e riprendiamo a camminare.

Gaetano della fraternità di Andria fa una riflessione sulla Parola di oggi. Nel Vangelo di oggi si dice: Gesù parlava con autorità. Se non c’è qualcuno che parla con autorità, con autorevolezza, non si può capire quello che il Vangelo vuole dire. In base al Vangelo che è stato letto oggi, è venuto da pensare: vedi quei due sono così affezionati a Gesù, che gli vogliono stare vicini, magari uno a destra e uno a sinistra. Ma mai si sarebbe pensato a tutto quello che c’è dietro, ai retroscena. C’è bisogno di persone autorevoli che facciano capire bene la Parola.

Mauro Dall’Olio, Ministro della fraternità di Bisceglie/San Silvestro: Dopo queste problematiche che si sono presentate a Gesù con i primi discepoli, ancora oggi, nel 2018, ci sono le stesse problematiche e altre ancora non superate, come la guerra, il razzismo che ora si è più riacceso perché il fratello lontano è sempre il nemico numero uno. Come mai? E’ una domanda difficile?

Mons. Luigi Mansi: non è difficile. Dovremmo fare questa riflessione semplicissima: l’umanità non è una realtà statica, ci sono le generazioni che si susseguono e quindi ogni generazione che viene al mondo porta con se le gioie e i limiti di ogni generazione, il desiderio del bene, il sogno di una umanità bella, ma anche il peso di una umanità fatta di giusto e di peccatori, cioè, se consideriamo l’umanità come una cosa non statica, ma come una cosa cresce e si evolve, noi oggi non siamo più gli uomini di 60, 70 o 80 anni fa, o gli uomini di 200, 300 o 500 anni fa. Voglio dire, l’umanità al mondo è fatta sempre di figure che si affacciano alla vita e che hanno bisogno di essere accompagnate; però c’è uno spartiacque e qual è? È la figura storica di Gesù, questo sì; noi attingiamo a Lui, a quello che Lui ha detto e ha fatto, agli esempi che ci ha donato, agli insegnamenti che ci ha lasciati. E non ci dobbiamo scoraggiare se noi lavoriamo, cresciamo, miglioriamo e poi un giorno verremo a sapere che quelli che verranno dopo di noi avranno gli stessi problemi. Ma l’uomo è quello. L’uomo è un impasto del bene e del male, sempre, al tempo di Gesù, nel 2018, nel 2020. E per cui ogni generazione ha bisogno di incontrare il Signore e di sentirsi salvata da Lui. È il cammino della storia, il mio è questo. Magari certi temi potessero essere risolti per sempre! Possiamo dire che in duemila anni di cristianesimo, certi aspetti più brutti dell’umanità sono stati sconfitti, parlavamo prima della schiavitù fino a qualche secolo fa, la schiavitù era considerata una cosa normale; e io attribuisco questo alla Parola del Vangelo che è entrata nei cuori e ha fatto vedere l’assurdità di certe posizioni. Quindi, magari un giorno diventiamo tutti buoni e santi. Quello è il giorno in cui finirà la storia, che il Signore avrà raggiunto il suo scopo. Ma nel frattempo dobbiamo camminare sorreggendoci gli uni agli altri, aiutandoci, perdonandoci, incoraggiandoci, cercando di non farci troppo male e la storia che, grazie a Dio, viviamo, facciamo il nostro cammino nella storia, sapendo di non essere soli. Il Signore è la nostra forza. Coraggio!

Fra Alessandro Mastromatteo: ringrazia S.E. Mons. Mansi per le belle parole espresse oggi. Afferma che poiché le fraternità dell’Ofs di Puglia si preparano al Capitolo elettivo e oggi la Parola parla del demonio, sottolinea questo aspetto che fa tremare le gambe. Uno degli aspetti sul quale il demonio lavora è il desiderio del potere, che nient’altro è che l’opposizione al servizio. E molto spesso si rischia di confondere il servizio col potere e viceversa. Francesco d’Assisi nella sua IV Ammonizione riassume esattamente la riflessione che il vescovo oggi ci ha consegnato: coloro che sono costituiti come autorità, tanto devono gloriarsi di quel beneficio prelatizio, quanto come se fossero deputati a lavare i piedi al fratello. È la sintesi di Francesco, quindi è un rafforzativo per noi che siamo francescani cioè che abbiamo fatto del modello cristiano uno stile di vita, abbiamo percorso uno stile di vita che è quello di Francesco d’Assisi e di tutta la scuola, quindi è vincente questo aspetto. Cioè in altre parole, se questo è il vero, è quanto più vero per noi che addirittura abbiamo un modello di santità che altro non fa che ricondurci al Cristo, semplicemente!

Luigi Gravina, consigliere nazionale e regionale, si riallaccia a quanto è stato detto da fra Alessandro Mastromatteo, poiché si è parlato di imparare anche la gratuità e riflettendo anche su questa condizione, pensa che per la sua esperienza nel Consiglio regionale, ma anche all’interno della Fraternità locale, insieme alla gratuità occorre aggiungere anche la libertà, cioè si pensi all’esperienza che si sta vivendo, se non si è liberi, se non si impara questo dono della gratuità, il servizio non lo si può assolutamente capire. Allora si arriva al contrario del servizio, il potere, il condizionare tante situazioni, tanti modi di fare, gli accordi fraterni che poi alla fine non sono liberi e non sono fraterni e non vengono da quel concetto di servizio, di vedere l’altro come fratello per il quale servire. E su questo occorre ancora lavorare all’interno delle nostre fraternità, cioè capire che quello che si fa, coloro che animano la fraternità devono essere davvero persone libere e gratuite, donarsi nel modo più gratuito agli altri. Solo così si può riuscire a capire lo spirito del servizio, uno spirito che ci deve far contraddistinguere. E a noi francescani in modo particolare, come famiglia francescana secolare che discende dal carisma di San Francesco.

Mons. Luigi Mansi: tutto ciò è vero, non c’è molto da aggiungere. Libertà e gratuità vanno insieme, e così più siamo liberi più siamo gratuiti, più siamo gratuiti più siamo liberi.

Irene Tagliente, Ministra della fraternità di Villa Castelli: afferma che non si deve pensare solo alla fraternità, ma andare oltre, alle realtà territoriali, cioè non si deve guardare soltanto a noi, alla propria fraternità, ma ci si deve spostare un po’ più in là, cioè si devono aiutare anche gli altri ad essere, ad abituarli al servizio, perché altrimenti potremo essere considerati come molto servizievoli, molto caritatevoli ma poi non si è dall’altra parte. Occorre pensare al mondo politico dove la colpa è anche la nostra perché è stato considerato sempre dall’altra parte, quasi ad aver paura di entrare in quel mondo, ma se fosse stato dato il nostro apporto, far capire che essere in politica significa essere al servizio dell’altro, significa anche questo essere gratuiti.

Mons. Luigi Mansi: perfettamente d’accordo. In un passaggio ho evocato quel mondo, un po’ l’ho sfiorato per farvi comprendere; questo discorso è molto attuale e concreto.

Giuseppe della fraternità di Fasano. Si lega al concetto espresso da fra Antonio Cofano: occorre amare la fraternità, se io la fraternità la amo, allora vien spontaneo fare il servizio, ma per amare la fraternità devo vedere Gesù Cristo nella fraternità, cioè immedesimarmi in Lui, quindi è un problema di fede e a volte a noi vien meno.

Mara Tea Mininni, Ministra della fraternità di Valenzano: parla del Cireneo che ha fatto un’esperienza di servizio, un’opportunità in quel momento in cui gli è stata affidata la croce quando non se lo aspettava di farlo. Molte volte capita anche nelle fraternità che viene affidato un servizio quando non lo si aspettava, ci si ritrova a fare un servizio che è bello per gli altri, soprattutto perché ci gratifica, gratifica noi stessi, perché appunti, si è quelli che devono servire.

Matteo Malcangi, Ministro della fraternità di Corato: esprime una perplessità sull’aver parlato di servizio e poi del come ricevere il grazie. Riporta le parole di Papa Francesco, le tre parole da usare nelle relazioni, nell’avere attenzioni: grazie, scusa, permesso. E in questo caso? Nel senso che è vero che a volte il grazie fa gongolare, però nello stesso tempo serve anche all’altro o anche a me stesso per rendermi più umile. Soprattutto nelle relazioni, in una fraternità si rende necessario.

Mons. Luigi Mansi: certamente che è necessario, ma nel momento in cui non te lo dicono, che fai?

Fra Arcangelo Devanna Ofm cap: il suo è un intervento provocatorio che nasce da quanto ha espresso mons. Mansi sulle dinamiche politiche che spesso animano i capitoli elettivi, sia di frati che di fraternità del terz’ordine. Ringrazia il vescovo per il suo intervento ed esprime che si doveva soffermare di più su questo aspetto, proprio perché alcune volte sembrano distanti dai nostri ambiti ed invece no. Quindi certe dinamiche, dato che siamo a pochi mesi dal capitolo elettivo, devono rimanere fuori dai nostri ambiti. Si augura che da entrambi gli ambiti, frati e secolari, si lascino fuori queste dinamiche perché non rientrano nello spirito di servizio. Occorre opporre a queste dinamiche la logica dell’amore e del servizio.

Mons. Luigi Mansi: ringrazia tutti ed esprime il fatto che i suoi sono stati interventi veloci e fugaci, ma chi voleva capire ha capito!

A questo punto viene illustrato alle fraternità lo svolgimento della seconda parte della giornata, in cui, suddivise in gruppi, si riuniranno per indicare collegialmente alcuni nomi di fratelli e sorelle disponibili o che ritengono essere disponibili al servizio nella fraternità regionale. Ai gruppi individuati verrà consegnata una scheda nella quale potranno indicare i nomi, scheda che verrà consegnata al segretario regionale Raffaele Bruno che provvederà poi a stilare un elenco dei nomi che sono stati individuati nei vari gruppi. Le schede consegnate, poi, per ragioni anche di correttezza, saranno strappate dal segretario che non divulgherà e nessuno la composizione dei gruppi e di quanto è emerso nei vari gruppi.

L’Assemblea sospende i lavori alle 13:00 per la pausa pranzo e li riprende alle 14:30. Vengono suddivise le fraternità in 6 gruppi e in ogni gruppo è individuato un moderatore al quale è consegnata la scheda da compilare. I gruppi vengono poi separati e portati nelle varie stanze per la discussione collegiale. Dovranno rientrare per le ore 16.00 in auditorium. Al rientro in sala, i moderatori di ogni gruppo sono invitati a relazionare brevemente su quanto emerso dal lavoro di gruppo. Sono stati espressi apprezzamenti verso il lavoro svolto dall’attuale Consiglio regionale in carica, perché si è mostrato molto attento alle istanze locali, è stato più vicino alle fraternità locali ed ha lavorato benissimo. In alcuni gruppi non sono stati fatti i nomi dei consiglieri regionali in quanto hanno ritenuto che di diritto sono ricandidabili nuovamente. In alcuni gruppi vi è stato uno scambio di esperienze ed una reciproca conoscenza che spesso manca a livello regionale. Sono state sollevate delle perplessità per il servizio a cui si è chiamati come consigliere regionale, perché essere al contempo ministro della fraternità locale (o avere comunque degli incarichi a livello di fraternità locale) e membro del consiglio regionale comporta un impegno gravoso che potrebbe portare a sacrificare la fraternità locale. Comunque, se si viene chiamati al servizio, occorre mettere in conto anche questo sacrificio. Si consiglia anche, per il prossimo triennio, di puntare anche alla promozione del carisma francescano con iniziative come quella del Giubileo Francescano di Otranto del 18 settembre 2016.

Raffaele Bruno, segretario del Consiglio regionale, dà lettura dell’elenco dei professi individuati dai vari gruppi come fratelli e sorelle disponibili al servizio per il prossimo Capitolo elettivo regionale [Alleg Elenco Professi.pdf]. I membri dell’attuale Consiglio regionale sono stati indicati, previa loro conferma di disponibilità, come candidati di diritto [Alleg Elenco Consiglieri regionali.pdf].

Donato Mastrangelo: ringrazia nuovamente tutti i presenti perché dalle condivisioni dei gruppo è emerso che non sono usciti solo nomi ma anche la voglia di progettare. Emerge anche la voglia di lavorare: è questo che bisogna chiedere al Consiglio regionale. Anche se sono stati fatti dei nomi di possibili fratelli disponibili al servizio, questa non è una lista chiusa, anzi è una griglia aperta.  Questa fraternità deve camminare ma ci riesce solo se ci si conosce. Lasciamoci guidare dallo Spirito Santo e non dalla mania di essere presenti in Consiglio regionale. Ringrazia il Consiglio regionale della GiFra che oggi è stato presente a questa assemblea condividendo questo momento che è un momento formativo, di crescita ma anche di preghiera comune per tutta la famiglia francescana di Puglia.

Fra Lorenzo Scafuri: esprime che da queste condivisioni lo ha colpito il fatto che è emersa anche la capacità di mettersi in discussione, la voglia di condividere, di conoscersi con gli altri, di ascoltare gli altri. Lo scambio di esperienze, la condivisione della vita di fraternità non è altro che un arricchimento per gli altri, per la altre fraternità che forse sono in qualche difficoltà con il loro cammino. Esprime che dai gruppi sono emerse delle belle proposte ed afferma: “Continuate ad appicciare il mondo… siete una bella fraternità!

Al saluto e al ringraziamento della Ministra regionale, la quale ricorda ai presenti ed invita a divulgarlo in fraternità e a chi non è presente oggi, che sulla scia dell’evento di Otranto, quest’anno vivremo una grande Festa della Famiglia Francescana con Araldini, GiFra e anche le sorelle povere di Santa Chiara (unite in preghiera con noi), il 25 aprile a San Giovanni Rotondo. Seguiranno poi le dovute comunicazioni. Inoltre, fra Antonio Cofano ricorda anche delle iniziative missionarie in Albania, del corso di esercizi spirituali a Conversano dal 31 agosto al 2 settembre e del Pellegrinaggio in Terra Santa e Giordania che l’Ofs di Puglia sta organizzando dal 26 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019.

Al termine segue la preghiera conclusiva. L’Assemblea si scioglie alle ore 17:00.

Qui sotto in allegato sono stati inseriti i documenti citati sopra e il brano Tra voi non è così tratto dall’album “Quale Sogno?” di S.e. Mons. Luigi Mansi.

Raffaele Bruno

Segreteria e Comunicazione Ofspuglia

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pdf icon Alleg Relazione Mons. Mansi 29 Gennaio 2018

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pdf icon Alleg Elenco Professi

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pdf icon Alleg Elenco Consiglieri regionali

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drive iconTra voi non è così

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