Il Rosario per i migranti, un’iniziativa della parrocchia Gesù e Maria e dell’Ofs di Foggia

IMG_1466Antonella Tancredi 09.03.16  Suor Lucia di Fatima diceva: «Il Rosario deve essere recitato col cuore e con gioia; non deve essere solo un dovere da sbrigare frettolosamente». Abbracciando la Croce dei Migranti la nostra comunità parrocchiale di Gesù e Maria di Foggia ha innalzato la preghiera alla Madre Celeste recintando ad una voce sola il Santo Rosario. E’ stata una serata in cui le nostre mani, sgranando la collana di Maria, hanno pregato per tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle che, scappando da una realtà di morte e paura, hanno affrontato e affrontano ogni giorno i mille disagi, la fame, il freddo, l’insicurezza per arrivare in una terra pacifica e ospitale. Le voci e le storie di alcuni migranti hanno scosso le nostre coscienze facendoci vedere quei fratelli non solo come immagini da telegiornale, ma persone reali che piangono e soffrono per la loro vita lasciata alle spalle e per il futuro incerto che li attende. Ogni posta del Rosario è stata pregata con un’intenzione particolare tanto da suscitare commozione e riverito silenzio da parte di ogni fedele presente. Le catene, la terra, l’acqua, i fiori e una lampada accesa sono stati i segni portati sotto la Croce dai nostri fratelli extracomunitari, simboli delle sicurezze e della bellezza dei loro paesi che la guerra ha distrutto e imbruttito e lasciati alle loro spalle. Non è facile affrontare le incertezze di un viaggio pagato col sudore ammassati e abbracciati ad altre persone che insieme piangono lacrime di dolore e paura. Non è facile vedere le luci di coloro che ti salvano dalle onde di un mare ostile senza avere alcuna certezza se non del proprio flebile respiro. Non è facile muovere passi su di una Paese che ti accoglie ma che ha paura dello “straniero”. Non è facile per questi fratelli e queste sorelle far capire ai loro bambini che la vita ora avrà una nuova svolta anche se non priva di nuove difficoltà. Non è facile, certo, ma la nostra preghiera recitata “con cuore e con gioia” avrà avuto agli occhi di Dio un suono particolare. Le nostre mani e le nostre labbra hanno baciato e accarezzato quei legni di vita e morte per baciare e accarezzare coloro che su quei legni hanno versato lacrime di speranza.

La Croce dei Migranti ha portato nella nostra comunità parrocchiale un’ondata di iniziative che ha impegnato ogni gruppo presente: l’incontro ecumenico per pregare insieme ad altre  confessioni religiose, una intensa Via Crucis per le vie della città che ha coinvolto 3 parrocchie nell’organizzazione e nella preghiera, la Croce accolta dai giovani diocesani e francescani insieme al nostro Vescovo Mons. Vincenzo Pelvi, la visita al ghetto di Rignano luogo in cui risiedono extracomunitari in condizioni davvero disastrose che lavorano nelle campagne vicine ma che nonostante tutto ci hanno accolti con incredibile gioia.

E’ proprio vero che la Croce con Cristo non è più un simbolo di morte ma un segno di vita che vince con l’Amore ogni resistenza e ogni ostacolo.

Antonella Tancredi

Fraternità di Foggia/Pietre Vive

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