Il Centenario della Professione Solenne del Venerabile Fra Giuseppe Michele Ghezzi a Lecce

Centenario locandinaGiacomo Sansonetti 10.12.15  La Provincia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria dei frati minori di Lecce celebra con gioia Sabato 12 dicembre 2015 presso la Chiesa di Sant’Antonio a Fulgenzio di Lecce il primo centenario (1915-2015) della Professione Solenne del Venerabile Frà Giuseppe Michele Ghezzi. Questo importante momento che vede uniti i frati minori, in comunione con le Sorelle Clarisse e l’Ordine Francescano Secolare verrà commemorato con una Solenne Concelebrazione Eucaristica alle ore 19.00 presieduta da S. Em.za Rev.ma Card. Angelo AMATO Prefetto della Congregazione per le cause dei Santi.

Michele nacque il 19 agosto 1872 nella nobile casa dei Conti Ghezzi, quarto di sette fratelli. Fece il suo ingresso in convento il 2 agosto 1906, con l’intento di servire Dio e i fratelli “in qualche piccolo servizio”. Alla sorella, che da quattro anni era carmelitana a Bari col nome di suor Maria Clotilde, scrisse: “Quanto è buono il Signore!”. Partì per la casa di noviziato di Galatone, ormai era fra’ Giuseppe. La sua celletta era di fronte a quella abitata da S. Egidio Maria da Taranto che prese a modello.

Nell’umile veste di fratello laico visse in diversi conventi della Provincia di Terra d’Otranto: Manduria, Martano, Francavilla Fontana, Soleto. Nelle varie comunità ricopriva solitamente il compito di sacrestano e di questuante e quindi il “Conte con la bisaccia” diveniva presto familiare. Fu fedele ai suoi incarichi anche quando, a causa di una infezione al mignolo del piede (che gli fu amputato senza anestesia), poté svolgerli a gran fatica. Il passo divenne incerto, fu costretto quasi a trascinarsi di porta in porta a costo di non poche umiliazioni, ma lui confidava: “Deve essere bello vedersi sbattere le porte in faccia”.

Fu a Manduria e a Lecce durante la Prima Guerra Mondiale e proprio l’8 dicembre 1915, a quarantatré anni, fece la professione perpetua. Frate Michele fu soprattutto un uomo di preghiera. Scrisse: “Oh Signore, l’incenso della mia umile preghiera si innalzi a te come lode perpetua, adorazione incessante, benedizione eterna, riparazione continua. Tutti i palpiti del mio povero cuore ti dicano e ti ripetano incessantemente: Ti amo Gesù mio!”.

Da sempre devotissimo della Madonna, memore della prodigiosa guarigione di quando era ragazzo, recitava più volte al giorno il rosario, coinvolgendo quanti poteva, inginocchiandosi anche in cucina di fronte alle pentole. Non ostentò mai la sua cultura, che almeno dal punto di vista religioso era eccellente, avendo studiato dai gesuiti ed appartenendo ad una famiglia benestante. Non primeggiò mai sui confratelli o su quanti entravano in contatto con lui. Dopo il Natale 1954 la salute peggiorò velocemente, fra Michele morì la sera del 9 febbraio 1955. Nel ricomporre la salma si scoprì che aveva indosso diversi strumenti di penitenza. Il funerale fu solenne e trionfale, con un’eco vastissima. Nel 2000 Papa Giovanni Paolo II ha promulgato il decreto sulla eroicità delle virtù conferendogli il titolo di venerabile.

Giacomo Sansonetti

Segreteria e Comunicazione Ofspuglia

.

Fra-GiuseppeGiuseppr-Michele-Gfra_giuseppe_ghezziCentenario locandina

Lascia un commento